Pittura apollinea, immersa in uno stato di calma bellezza, pittura che diviene pura apparizione, risolta dall’artista con gli strumenti classici del passato: grande capacità grafica e proprietà coloristiche. Ritratti femminili immersi in chiaroscurali ammiccamenti, capaci di penetrare la psiche dei soggetti nei cui volti si legge, inoltre, la consapevolezza di venire immortali per mezzo dell’intuizione del compositore e che a tale intuito si abbandonano. Da ricordare un grande torso nudo maschile acefalo, quasi a voler ridurre la visione a innocente esercizio grafico, privandolo di qualsiasi possibilità di analisi introspettiva , relegando così il maschio a puro elemento decorativo.
GIORGIO PILLA
Gente Veneta, gennaio 2009